CAFFÈ MANIFESTO MISCELA 100% ARABICA - BIO
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CAFFÈ MANIFESTO MISCELA 100% ARABICA - BIO

1260
5,00 €
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CAFFÈ MANIFESTO MISCELA 100% ARABICA - BIO

Caffè Blend delle migliori origini Latino Americane, macinato per moka, in pacchetto soft con valvola, per garantire sempre la massima fragranza. 

Confezione da 250 g.

La confezione è attenta all'ambiente, senza alluminio, con un messaggio forte, che vuole far riflettere sul lungo viaggio che fa il chicco per arrivare fino a te.

Un caffè 100% arabica biologica d'altura, aromatico e fruttato, corpo pieno e con influenza del gusto di cioccolato. Oltre ad essere buono per il tuo palato e per la tua salute, questo caffè è buono per le persone che lo coltivano e per il pianeta, perché cresce all'ombra di foreste curate che preservano la biodiversità. 

 

CAFFÈ MANIFESTO MISCELA 100% ARABICA - BIO

E' un prodotto buono per tutti, per noi è un rito quotidiano, un piacere irrinunciabile, senza sfruttamento di chi lo produce e senza speculazioni.

Oltre la legenda, l'origine del caffè: il frate maronita Antonio Fausto Naironi nel 1671 scrive un trattato sulla storia del caffè,  il De saluberrima potione. E’ un titolo che allude alle doti curative della bevanda, nel senso più ampio, sia fisica che morale e il caffè sarebbe, dunque, una bevanda quasi purificante. Il monaco racconta che nello Yemen presso un monastero, un pastore pascolava le capre di proprietà dei monaci e, vedendo che queste si agitavano e si muovevano freneticamente, dopo aver brucato alcune bacche da un cespuglio,  decise di raccoglierle e di portarle ai monaci.

Questi, udito il racconto, rimproverarono il pastore, non gli credettero e definirono diabolico quel racconto, cacciando chi lo aveva riportato. 

Le bacche vennero prese e gettate nel fuoco, il grande purificatore, come insegnavano i dettami dell’Inquisizione. Una volta abbrustolite le bacche emanarono un piacevole ed intenso aroma. I monaci tentarono di recuperarle anche se semibruciate, immergendole, ancora calde, in acqua. L'acqua divenne di un delicato color bruno, ed era tanto profumata che un monaco l'assaggiò e scoprì che quella ignota bevanda, oltre ad essere buona, rinvigoriva  il corpo e lo spirito.

Per il suo effetto eccitante, questo strano infuso, ricordava un'altra bevanda, il vino, la cui dizione, in arabo arcaico, era kahwa . Probabilmente l'analogia degli effetti delle due bevande portò a chiamare il caffè in modo molto simile al vino. 

In tutte le regioni magrebine e balcaniche, il caffè viene chiamato kava.

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